Piz Bernina: il gigante solitario delle Alpi Orientali
Solitario, affilato, maestoso: il Piz Bernina, con i suoi 4.049 metri d’altitudine, è la vetta più alta dell’intera catena delle Alpi Orientali e l’unico “quattromila” di questo vasto settore montuoso. Situato nel Canton Grigioni in Svizzera, poco distante dal confine con l’Italia, il Piz Bernina domina uno dei paesaggi più spettacolari delle Alpi centrali. È una montagna che attira alpinisti da ogni parte del mondo, affascina escursionisti e fotografi e si erge come simbolo indiscusso della potenza e dell’eleganza della natura alpina.
Questa montagna non è soltanto una meta sportiva, ma anche una presenza carismatica nel paesaggio dell’Engadina e della Valtellina. Chi la osserva dalla stazione di Diavolezza o dai ghiacciai del Morteratsch non può che restare colpito dalla sua imponenza, dal suo profilo slanciato e dalla sua corona di ghiaccio.

Il Piz Bernina non è solo una vetta: è una presenza. La sua sagoma domina lo sguardo, il suo nome evoca rispetto, la sua salita rappresenta un sogno per molti. Che lo si osservi da lontano, lo si fotografi dalla Diavolezza o lo si conquisti con piccozza e ramponi, il Bernina lascia un segno indelebile, anche per chi non lo sfida ma decide di ammirarlo dai finestrini del Trenino del Bernina.
È la montagna per eccellenza delle Alpi orientali: unisce estetica, difficoltà, isolamento, simbolismo. È un punto di riferimento geografico, un banco di prova alpinistico, una meraviglia naturale. Ma, soprattutto, è una fonte continua di emozione.
Salire sul Piz Bernina è molto più che raggiungere una quota. È entrare in sintonia con la montagna. È, in un certo senso, toccare il cielo.
1. La posizione geografica: un colosso tra due mondi
Il Piz Bernina sorge nel Massiccio del Bernina, che si sviluppa lungo la linea di spartiacque tra l’Engadina, sul versante svizzero, e la Valmalenco e la Valtellina, sul lato italiano. È parte delle Alpi Retiche occidentali e rappresenta il punto culminante non solo del massiccio omonimo, ma dell’intero sistema alpino ad est del Passo dello Spluga.
Geograficamente, la vetta è circondata da altre montagne di grande importanza alpinistica e scenografica, come il Piz Palü, il Piz Roseg, il Piz Zupò, e il Piz Bellavista.
A nord scende il ghiacciaio del Morteratsch, a sud quello di Fellaria, mentre a ovest si estende la Val Roseg e a est la Val Poschiavo.
Dal punto di vista idrografico, il Piz Bernina segna uno spartiacque importante: le sue acque confluiscono nel bacino del Danubio tramite l’Inn oppure, sul versante italiano, verso l’Adda e infine il Po.
2. Il re delle Alpi Orientali
Il Piz Bernina detiene un primato importante: è l’unica cima oltre i 4.000 metri d’altezza delle Alpi a est della linea Sempione-Brennero. Questo ne fa una montagna particolarmente ambita dagli alpinisti, anche perché fa parte del prestigioso elenco dei “4000 delle Alpi” stilato dal Club Alpino Svizzero e dall’UIAA (Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche).
La sua altitudine di 4.049 metri lo rende un gigante solitario in un paesaggio dove la maggior parte delle cime si mantiene tra i 3.000 e i 3.900 metri. Questo isolamento relativo fa sì che il Piz Bernina goda di un dominio visivo assoluto: è visibile da lunghissime distanze e domina l’orizzonte da molte località delle Alpi centrali.
3. Le vie di salita: Biancograt e non solo
Il Piz Bernina può essere scalato attraverso diverse vie, ma due sono le più conosciute e frequentate: la via normale dalla Capanna Marco e Rosa e la Biancograt (la “Cresta Bianca”) dal rifugio Tschierva.
Via normale da Marco e Rosa
La via normale parte dal rifugio Marco e Rosa (3.609 m), situato sul versante italiano. Da qui si risale il Passo Marinelli, si aggira il versante sud-ovest del Bernina e si risale un tratto finale su ghiaccio e roccia che conduce in vetta. È una salita relativamente breve, ma impegnativa dal punto di vista fisico e tecnico.
La Capanna Marco e Rosa è accessibile dal rifugio Marinelli Bombardieri oppure dal rifugio Boval, attraverso la Fuorcla Crast’Agüzza.
Biancograt: la cresta più elegante delle Alpi
La Biancograt, o “Cresta Bianca”, è probabilmente la via più celebre del Piz Bernina. Si tratta di una lunga cresta nevosa che parte dalla Fuorcla Prievlus e conduce in vetta attraverso un elegante profilo affilato. È una salita considerata di media difficoltà (AD), ma è molto esposta e richiede condizioni perfette del manto nevoso.
L’accesso classico avviene dal rifugio Tschierva, in Engadina, con pernottamento e partenza all’alba. La salita alla Fuorcla e la cresta stessa sono uno spettacolo continuo: tra cornici di neve, affacci vertiginosi e panorami a perdita d’occhio.
Il passaggio dalla Biancograt alla via normale è oggi facilitato da un tratto attrezzato con corde fisse, ma resta necessaria una buona esperienza alpinistica.
4. I rifugi alpini: basi strategiche per la vetta
Salire sul Piz Bernina richiede almeno due giorni e il pernottamento in rifugio. I più importanti e utilizzati sono:
- Capanna Marco e Rosa (3.609 m): punto d'appoggio per la via normale. Offre una vista impareggiabile sulle cime circostanti.
- Rifugio Tschierva (2.583 m): punto di partenza per la Biancograt, raggiungibile da Pontresina.
- Rifugio Boval (2.495 m): ottimo punto panoramico sul ghiacciaio del Morteratsch, spesso usato per acclimatazione.
- Rifugio Diavolezza (2.973 m): raggiungibile in funivia, con panorami eccezionali sul Palü e il Piz Bernina.
- Rifugio Marinelli Bombardieri (2.813 m): base italiana nella Val Malenco, usata per salite più complesse.
Tutti i rifugi sono gestiti da guide alpine o club alpini e offrono sistemazioni spartane ma suggestive, a stretto contatto con l’ambiente d’alta quota.

5. Il ghiacciaio del Morteratsch e il contesto glaciale
Il Piz Bernina è incastonato in uno dei contesti glaciali più estesi delle Alpi centrali. Il più famoso è il ghiacciaio del Morteratsch, che si estende per oltre 7 km sul versante nord-est. È facilmente accessibile a piedi dalla stazione ferroviaria di Morteratsch e costituisce una delle attrazioni naturali più amate dell’Engadina.
Un sentiero tematico con pannelli didattici racconta il ritiro glaciale in corso: ogni pannello segna la posizione del fronte del ghiacciaio in un determinato anno, rendendo tangibile l’effetto del cambiamento climatico.
Altri ghiacciai importanti attorno al Piz Bernina sono il Tschierva, il Roseg, il Palü e quello di Fellaria, sul versante italiano. Tutti partecipano al disegno spettacolare del paesaggio e sono oggetto di ricerche scientifiche.
6. Panorami e visibilità
Dalla vetta del Piz Bernina si apre uno dei panorami più grandiosi delle Alpi. In giornate limpide si possono ammirare:
- A nord: l’Alta Engadina con i laghi di Sils, Silvaplana e St. Moritz.
- A est: le Dolomiti lontane e i massicci del Silvretta.
- A sud: la Valtellina e il lago di Como.
- A ovest: il massiccio del Disgrazia, il gruppo del Monte Rosa, e nelle giornate più limpide, il Monte Bianco.
Il contrasto tra la neve eterna e le valli verdi sottostanti è uno degli elementi più emozionanti del paesaggio.
7. Il Piz Bernina nella cultura alpina
Nel tempo, il Piz Bernina è divenuto simbolo culturale e spirituale della regione. Compare in dipinti, racconti e fotografie che ne esaltano la potenza e la solennità. Alcuni lo chiamano "la montagna dei Grigioni", altri lo vedono come il guardiano silenzioso delle valli alpine.
Il turismo alpino, sviluppatosi nel corso del Novecento, ha portato sempre più visitatori a scoprirlo. Non solo alpinisti esperti, ma anche escursionisti e semplici amanti della montagna. Il Bernina Express, il celebre treno panoramico della Ferrovia Retica, permette di osservare la montagna da vicino, offrendo scorci straordinari su tutta la sua parete orientale.

8. Sicurezza e rispetto dell’ambiente
Salire sul Piz Bernina non è un’impresa per tutti. Si tratta di un 4000 impegnativo, che richiede ottima forma fisica, attrezzatura adeguata, esperienza alpinistica e, preferibilmente, la presenza di una guida. I pericoli principali sono i crepacci, il maltempo improvviso, le cornici di neve instabile e l’altitudine.
È fondamentale consultare i bollettini meteorologici e le condizioni dei ghiacciai prima della salita. Il rispetto della montagna è parte integrante dell’etica alpinistica: lasciare pulito, non disturbare la fauna, seguire i sentieri segnalati e ridurre al minimo l’impatto ambientale.